Tra mito e storia

Nella moltitudine di racconti leggendari che appartengono alla
 mitologia, numerosi sono quelli incentrati sull'ambiente marino,
che spesso esprimono la paura dell'imprevedibile o rappresentano
situazioni di pericolo, reale o presunto, per il navigante.
L'attraversamento di uno Stretto, con le sue oggettive difficoltà,
assumeva il valore simbolico di superamento dei confini tra il
familiare e l'ignoto, di controllo delle forze avverse e del caos,
rappresentati dalle forze della natura.Quelle aree pericolose, al
limite dell'invalicabile, erano solitamente identificate con i mostri
posti a guardia del passaggio, che insidiavano chi avesse voluto
superarlo.E’ il caso di Scilla e Cariddi; due mostri posti a guardia dello
stretto di Messina come punizione per i loro peccati, che inghiottivano tutto quanto passasse in quelle acque.Le due province che si affacciano sullo Stretto sono Messina e Reggio Calabria. Nel secondo dopoguerra si impose l’idea di porre rimedio all’arretratezza e al sottosviluppo meridionale tramite la creazione di grandi poli industriali, che richiedevano a loro volta la realizzazione di grandi infrastrutture di collegamento, che nel caso dello Stretto di Messina sarebbe stato l'attraversamento stabile. In questo clima, alla fine degli anni ‘60 venne approvato il cosiddetto “Progetto 80” ovvero il programma economico nazionale 1971-1975, che tra le altre, prevedeva la creazione dell’Area Metropolitana dello Stretto di Messina, da realizzarsi attorno all’attraversamento stabile. Tale previsione veniva condivisa dai Piani Regolatori Generali di Giuseppe Samonà e Quaroni/Castelli come una proiezione pianificatoria di ampio respiro, mentre non ebbe successo a livello regionale, tanto che gli strumenti di programmazione regionale successivi non solo non proponevano uno sviluppo unificato dell’area dello Stretto, ma al contrario prevedevano uno sviluppo infraregionale, in cui era prevista una espansione preferenziale verso l’entroterra dei grandi centri.Non si puntò dunque  ad unificare le culture dei popoli in base alle loro posizioni geografiche,ma si  perseguì  in quella che era la divisione politica del territorio.Gli insediamenti urbani subirono drastici azzeramenti in epoca moderna a causa di eventi sismici di grande portata;gli ultimi due più noti sono il terremoto del 1783 e quello del 1908,quest’ultimo con epicentro nello stretto.La rcostruzione fu lenta e i luoghi che nel 1908 furono colpiti dal sisma e dal successivo maremoto si trovarono privati del tutto o solo in parte della loro identità storica.Una nuova caratteristica al tessuto venne data dalle reti infrastruttturali e dei servizi che come nal caso di Capo Peloro e Cannitello dove i piloni elettrici utilizzzati per il trasporto dell’energia dal continente all’isola maggiore dal 1955 al 1994,sono stati capaci di diventare uno dei simboli dello stretto.A livello insediativo il nuovo tessuto si sviluppava attorno alle principali strade e la scelta di far passare il tracciato viario della ferrovia a ridosso della linea di costa caratterizzò la delimitazione di nuove aree di dimensione ridotta come nel caso di Punta Pezzo. Il suo tessuto urbano sembra essersi consolidato negli anni successivi alla costruzione della ferrovia.La maglia principale si apre a raggera dalla curva che effettua il tracciato ferroviario, ma attualmente questo schema risulta impreciso a causa di fabbricati sorti probabilmente in maniera abusiva che ne intaccano la regolarità.Il luogo è caratterizzato dalla presenza del faro costruito negli agli anni ‘50 ed alto 23m;la vista di quest’ultimo dal mare è quasi del tutto coperta dalla presenza di un edificio-ristorante.Gli altri edifici in parte sono case singole degli anni ‘50 ad un piano fuori terra ed in parte sono condomini di nuova costruzione privi di peculiarità architettoniche.Ne risulta un luogo dall’identità fisica camuffata dei suoi elementi caratteristici:il faro,la ferrovia,il rapporto col mare.Il proggetto ridisegnerà un tratto di waterfront di Punta Pezzo,quindi si dovrà decidere cosa far vedere di questo luogo dal mare e cosa cercare di coprire o camuffare dell’esistente e del nuovo.Il progetto dovrà consolidare il tessuto urbano nelle sue caratteristiche generatrici di quest’area delimitata dalla ferrovia e dalla  SS18 che corre lungo la costa,riportare alla vista il faro per intero essen- do elemento caratterizzante del sito ,richiamare alla mente le correnti marine che hanno determinato la nascita storica del luogo.




http://www.sullacrestadellonda.it/mitologia/scilla.htm
http://www.google.it/search?hl=it&cp=7&gs_id=k&xhr=t&q=scilla+e+cariddi&rlz=1R2GGLL_itIT377&gs_sm=&gs_upl=&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.,cf.osb&biw=1280&bih=598&wrapid=tljp1317647549728010&um=1&ie=UTF-8&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi
Pubblicato da Diego Cucuzzella